Un segreto che chi inizia a disegnare o dipingere non conosce è che praticamente tutti i pittori esperti, prima di toccare la tela, fanno studi e bozzetti di vario tipo. Uno degli studi più efficaci che conosco, sia che si tratti di pittura in studio o all’aperto, è la realizzazione di un veloce bozzetto di Notan.
Nōtan è un principio giapponese che viene usato nelle arti figurative e ha a che vedere con le relazioni e gli equilibri reciproci tra luce ed oscurità in una composizione.
Gli studi di Notan sono molto utili per valutare l’efficacia di una composizione dal punto di vista della organizzazione dei valori di chiaro scuro.
Molti i metodi di studio per il Nōtan
Esistono molti metodi per fare bozzetti di Nōtan, ne ho selezionati alcuni che credo possano offrire dei buoni suggerimenti. Puoi sceglierne uno adatto o a te o prendere spunto da tutti i metodi per creare uno stile tutto tuo.
Il metodo di Joshua Been
Joshua Been è un pittore americano specializzato in paesaggi. Ha sviluppato diverse interessanti tecniche di disegno e pittura e ne riparleremo sicuramente in seguito.
Quasi sempre, prima di una sessione di pittura, in studio o sul posto, Joshua realizza uno studio veloce di Notan.
Questi studi sono molto utili per valutare in anticipo e velocemente l’efficacia “a colpo d’occhio” del progetto a cui state lavorando in termini di disposizione dei valori.
Bisogna eseguire un bozzetto rapido, a penna – va benissimo una penna Bic nera o una penna a punta fine o una stilografica – su cartoncini bianchi 10×15 o cm. Poi, come se si lavorasse ad acquerello, procedendo dal chiaro allo scuro, si ombreggiano utilizzando i toni freddi (o quelli caldi) di una serie di pennarelli a punta larga che offrano valori di nero tipo 20%, 40%, 60%, 80% e tono pieno.
Questi bozzetti diventano un diario visivo e su di essi si può scrivere data, luogo e si può aggiungere la rappresentazione di una sfera illuminata in uno degli angoli che indica la direzione della luce o L.D.
Questo metodo della sfera è un ottimo indicatore per gestire i vari piani sulla forma nel paesaggio.
Di seguito alcuni esempi di questo tipo di bozzetti:






Scandire le ombre come forme astratte
Lee McVey sceglie i suoi soggetti in base alla bellezza delle forme astratte che si possono individuare nella composizione. La fase di studio del Notan è ovviamente fondamentale.
Di seguito sono riportati i due studi di Notan, delle dimensioni di circa 15×15 cm, che sono stati realizzati prima della realizzazione dell’opera finita a pastelli.
Si può vedere
come il primo bozzetto riduca l’immagine a pure forme in bianco e nero astratte.
Il secondo bozzetto ha diviso il Notan in due zone di valore, per avere un’idea delle principali masse di valore in gioco.
Entrambi i bozzetti sono stati realizzati con pennarelli grigi come quelli dell’esempio precedente o con dei pennarelli Tombow a scala di grigio.
Dopo questi studi Lee ha realizzato dapprima il primo bozzetto 15×15 cm su carta sabbiata a grana fine Uart 400 a sinistra.
Temendo di aver esagerato con i particolari in primo piano ma dato che comunque era soddisfatto della composizione, ha realizzato un altro bozzetto, quello a destra.
Penso che entrambi gli studi abbiano il loro merito. Nel primo studio, è notevole il modo in cui è stata gestita l’erba e l’ombra propria del gruppo di alberi principale. Nella seconda, è migliore la prospettiva aerea nella montagna lontana e alcuni tratti nell’area in ombra inferiore sono stati semplificati. Inoltre gli alberi a sinistra hanno un aspetto meno stilizzato.
Alcune considerazioni di Michel Abala
Il Notan è uno strumento per la definizione di forme e modelli.
Quando i pittori vedono per la prima volta uno studio di notan, spesso lo identificano erroneamente come uno studio a due valori. Un notan, tuttavia, non è uno studio di valore nel senso tradizionale del termine.
Uno studio dei valori tenta di mappare almeno una parte dell’intervallo di valori che vediamo. Anche uno studio limitato di 4 o 5 valori può farlo abbastanza bene. Ma un notan, con solo bianco e nero, non può.
Quello che può fare molto bene è definire i motivi e le forme alla base della composizione, che è ciò che la rende un potente aiuto compositivo.
Se osservi un soggetto attraverso la lente del notan, puoi isolare le forme più facilmente, vederle come se fossero pezzi di un puzzle.
Se socchiudi gli occhi, puoi cogliere la relazione tra i pezzi attraverso il buio e il bilanciamento della luce, così puoi iniziare già nelle prime fasi del lavoro a valutare le scelte compositive prima di essere troppo coinvolto con strati di colori e dettagli.
Il notan in azione
Considerando il notan di un soggetto, esso diventa una raccolta di forme chiare e scure. Per trovare la composizione più efficace, quindi, bisogna considerare diverse disposizioni di queste forme. Quanto spazio vuoto – “bianco” – lasciare per il fondo e le masse di luce? Quanto spazio pieno – “nero” – per le masse di mezzatinta e d’ombra del soggetto?
Ognuno degli studi di notan qui sotto assume un punto di vista o una inquadratura leggermente diversa.
Questo è un aspetto molto importante dello studio con il notan (o di qualsiasi tipo di studio di composizione), perché è uno dei modi principali per decidere quali forme faranno parte della composizione e quali no.
Queste tre viste non sono così diverse da quelle che si possono trovare guardando attraverso il mirino o il dispositivo di ritaglio, tranne che qui lo stile grafico del notan rende le forme ancora più evidenti.
Si noti inoltre che le aree assegnate al nero e quelle assegnate al bianco non sono le stesse in ogni studio. Il notan non aiuta solo a individuare quali forme sono inclusi gli elementi del modello, ma permette di scegliere la forma di quelle forme, grazie alla scelta di dove andrà a cadere, nei valori di mezzo tono, il confine tra bianco o nero.
Ci sarebbe molto altro da dire su questo argomento ma per ora mi fermo a questa introduzione, sicuramente torneremo sull’argomento di Notan e Composizione in seguito
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