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la tavolozza di Anders Zorn

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Zorn-Palette
Il nome del pittore svedese Anders Zorn (1860-1920)  è stato a lungo associato alla sua tavolozza limitata a quattro colori. Rosemary Hoffman, nel libro Northern Light: Nordic Art at the Turn of the Century ha scritto:
“Zorn era noto perché eseguiva i suoi quadri usando una scala di colori molto sobria, limitata a bianco, ocra, vermiglione e nero avorio.”
Hans Henrik Brummer, scrisse nel libro 1986 catalog on Zorn, “fondamentalmente il suo registro si limitava a nero, bianco terra gialla e vermiglione; Altri pigmenti sono usati raramente e solo se necessitano accenti locali.”
Parecchi insegnanti di pittura contemporanei, come Jeff Watts, usano la “Tavolozza di Zorn” (a volte sostituendo il rosso di cadmio chiaro al vermiglione) come strumento didattico perché costringe gli studenti a lavorare con una gamma limitata di colori dai quali però devono cavare abbastanza scelte tonali da coprire le esigenze di gamma della maggior parte dei soggetti pittorici. Il grigio nel contesto di una tavolozza tanto limitata può – per interferenza – apparire con un tono bluastro.
Recentemente, alcuni autori, hanno sollevato dubbi sull’uso di questa tavolozza tanto limitata da parte di Zorn. Bob Bahr dell’American Artist, ha cercato di stabilire che la “cosiddetta” tavolozza di Zorn “si può considerare un ottimo mezzo di pittura ma è un errore attribuire la sua paternità a Anders Zorn.”  Bahr cita Birgitta Sandström, la direttrice del museo della Collezione Zorn a Mora, in Svezia, che dichiara di avere “difficoltà anche a comprendere l’ipotesi che Zorn abbia lavorato con la tavolozza specializzata che viene considerata associata a lui” a causa del fatto che il blu e e il verde sono stati trovati in alcuni dei suoi dipinti, e perché quei colori sono stati trovati tra i materiali del suo studio. La Sandström ci fa sapere che “17 tubetti di blu di cobalto sono presenti tra i 243 tubetti di colore lasciati da Zorn nel suo studio a Mora.” Merit Laine, curatore delle stampe e dei disegni conservati nel Museo Nazionale di Stockholm, “concorda con la constatazione che il concetto di una “tavolozza Zorn” è un po’ un termine improprio.”
Zorn.AC11Non pretendo di essere un esperto del pittore Zorn, ma parlando da pittore, credo che questi commentatori si sbaglino non avendo colto il nocciolo della questione. Nessuno vuole affermare che Zorn abbia sempre usato esclusivamente quella tavolozza ultra limitata.
Ovviamente, molti dei suoi dipinti (come quella qui a fianco) utilizzano una gamma più ampia di colori, tra cui blu. Credo che ci sia anche un problema logico nel tirare in ballo la presenza di tubi di colore blu superstiti. Il fatto non prova gran che. Nel mio caso, il fondo della mia cassetta dei colori è zeppa di decine di colori che non uso mai. Alcuni di questi, come il”Verde Aubusson” e il “Blu Tuareg”, sono stati comprati solo perché costavano pochissimo e non sono mai stati usati; altri non sono stati mai toccati da vent’anni. Certi sono così costosi che non me la soo mai sentita di “consumarli”. Altri ancora hanno perso l’etichetta e non so più che cosa sono. Certi sono così tossici che li evito come se fossero scorie radioattive. Alcuni sono attaccata al fondo del cassetto perché hanno perso olio di lino che seccando li ha incollati li.
Io uso spesso tavolozze limitate, ma non avrei mai immaginato che qualcuno in futuro potrebbe cercare di capire che colori uso frugando nella mia cassetta dei colori.
ZornCoquelinCadetcopyQuali sono invece le prove che Zorn abbia spesso usato la famosa tavolozza di quattro colori? Prima di tutto moltissimi dei suoi dipinti sono evidentemente realizzati usando una gamma cromatica molto stretta, che potrebbe essere stata dipinta proprio con quei pochi colori.
Teoricamente un pittore potrebbe ottenere dipinti con un’apparenza simile a quella ottenuta da Zorn anche lavorando con una tavolozza estesa. Una analisi chimica potrebbe dare risposte più sicure, ma la maggioranza dei pittori che Zorn nominava come suoi esempi ispiratori, come Frans Hals, Diego Velasquez, and James M Whistler, usavano tavolozze molto limitate. Parlare di tavolozze limitate per gli artisti del periodo di Zorn era argomento consueto e comune nell’ambiente professionale artistico del suo periodo. Esistono inoltre moltissime testimonianze di colleghi pittori del periodo che parlano nei loro scritti della tavolozza limitata che questo pittore utilizzava. Per esempio For example, il pittore di formazione europea Birge Harrison (1854-1929), nel suo libro “Landscape Painting” del 1909, scrive: “Un pittore esperto non si lascia disturbare da pigmenti inutili. Seleziona quei pochi toni che sono realmente essenziali e getta da parte il resto come legname inutile. L’artista svedese, Zorn, usa solo due colori: vermiglio e giallo ocra, dato che gli altri due pigmenti presenti sulla sua tavolozza: bianco e nero, sono la negazione del colore. Con questa tavolozza, semplice fino alla povertà, egli ha tuttavia ritenuto – con ragione – che fosse possibile dipingere una immensa varietà di paesaggi e figure.
Zorn.TA2.Palette copy
Guardando le sue tavolozze, quelle conservate nel museo Zorn, possiamo notare qualche tocco di giallo cadmio, e forse piccole quantità di blu o verde, ma ci troviamo di fronte a una piccola tavolozza ed a una piccola scatola, cosa che sembra sottolineare la prevalenza dei principali quattro colori.
Zorn_Self_portrait_with_a_modelInfine, ecco il suo autoritratto, dove è chiaramente visibile la sua tavolozza, con i quattro colori in bella mostra: bianco, ocra, rosso e nero. Zorn era consapevole della propria immagine, era certamente consapevole di ciò che stava comunicando con la sua immagine agli altri artisti mostrando orgogliosamente la propria tavolozza di soli quattro colori.
Ciò che i dubbiosi devono comprendere è che quella tavolozza limitata, non è segno di impoverimento, piuttosto di padronanza sicura delle proprie risorse. Con le parole di Brummer, “disporre di risorse limitate potrebbe essere un bene.” Gli esperimenti di Zorn con la sua tavolozza limitata sono la dimostrazione del suo virtuosismo, un segno della sua forza come pittore.
LINK UTILI
Anders Zorn complete works (website)
Anders Zorn on Wikipedia
LIBRI
Northern Light: Nordic Art at the Turn of the Century
Zorn: Paintings, Graphics, and Sculpture
Landscape Painting by Birge Harrison
Color and Light: A Guide for the Realist Painter
Un ringraziaamento a Tim Adkins per la foto della tavolozza.

Questo argomento è trattato in modo approfondito durante le lezioni dei corsi di disegno e pittura che Circolo d’Arti organizza a Cagliari, Senorbì e a Casa Spadaccino (loc. Su Loi, Capoterra), e nel corso sul web. Guarda la lista di tutti i corsi.

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