Sto traducendo un libro di Andrew Loomis: L’occhio dell’Artista. Malgrado sia passato quasi un secolo dalla sua uscita, ha conservato tutto il suo valore, specie se – come sto facendo – si opera un lavoro di editing per rendere più agile il testo e adeguare i concetti espressi alla realtà odierna.
Cominciamo dalla introduzione, ti lascio alle parole del maestro Andrew Loomis.
Spesso l’arte di oggi confonde: con che criteri giudicare certi dipinti? Quali principi sono ancora validi per insegnare arte?
Anche per un artista è difficile capire che strada intraprendere, non ci sono teorie assolute dato che l’arte di oggi non può essere costretta da regole, è aperta alla creatività individuale come mai prima d’ora: non si limita più alle forme tradizionali ma non può nemmeno essere limitata dal recinto di questo o quell'”ismo” o filone culturale.
L’arte è parte integrante dell’umanità stessa, esiste sin dagli albori dell’intelligenza e ci sono forme d’arte in tutti i popoli. Esprime lo sforzo dell’umanità di capire e migliorare il mondo attraverso la ricerca di una qualche forma di bellezza.
La rivoluzione artistica attuale è il risultato di una rivolta generale contro le tradizioni di ogni genere. Gli artisti si muovono con i tempi e godono di una libertà espressiva mai riscontrata.
Tutta questa libertà comporta il rischio di abusi: di certo ha ampliato le possibilità creative, però è più facile incappare in pittori improvvisati senza alcun criterio ne idea dei concetti base che propongono risultati da far rigirare nelle tombe i vecchi maestri.
Eppure la situazione è migliore rispetto a come sarebbe stata se nulla fosse cambiato perché l’arte non può e non deve fermarsi.
In tutta questa confusione si intravedono spuntare nuovi concetti di indubbio valore, che si aggiungono al patrimonio di conoscenze del passato e si uniranno a loro volta a quelli che emergeranno in futuro.
Rifiutare le conquiste passate, come se non fossero ciò su cui è costruito il presente è miope quanto sottovalutare i nuovi strumenti pratici o culturali che possono essere aggiunti al nostro arsenale degli attrezzi.
Anche se alcune forme d’arte possono risultare superate, non c’è motivo di credere che le conoscenze alla loro base non siano più valide.
Ci sono due aspetti su cui gli artisti hanno sempre lavorato e probabilmente sempre lavoreranno:
- L’arte bidimensionale – resa su piano – sopravviverà come ornamento di un tipo o di un altro.
- L’arte tridimensionale cercherà la bellezza della forma.
Abbiamo cercato fin dall’inizio la bellezza, e a poco a poco, in un modo o nell’altro, l’abbimo aggiunta al nostro ambiente.
Se scegli di cercare la bellezza come approccio della tua ricerca non puoi sbagliare molto.
Tieni ben presente che il concetto di bellezza non è condizionato dalle opinioni personali, da tendenze o dogmi.
Essa è libera ed è tutto intorno a noi se sappiamo coglierla e interpretarla in modo personale.
Come si fa a dipingere un buon quadro?
Questa è una domanda a cui vorremmo avere una risposta valida. Un artista sa scoprire la bellezza in modo diverso da tutti gli altri. La fonte della bellezza è infinita, ma saperla cogliere è raro: una sfida costante.
Esistono principi, metodi, esperienze che ci possono aiutare nella nostra ricerca? Sicuramente la risposta “Dipingere in un modo che ti piace” è valida, ma forse è troppo indefinita per essere veramente di aiuto: il piacere che si prova nel “fare” è una buona base di partenza ma servono metodi e conoscenze basati su esperienze più ampie di quelle personali che sappiano guidarci in modo più sicuro.
Questo libro cercherà di fornire alcuni principi e metodi che si sono rivelati e tutt’ora (al momento di queste traduzione n.d.t.) si dimostrano utili e validi al punto da non poterne prescindere.
La ricerca della bellezza
Possiamo andare oltre le forme naturali, concentrare la nostra indagine solo sulla forma, sulla struttura o sul colore.
Considerare le forme geometriche pure, la spaziatura, cercare nelle superfici, nei piani e nelle forme astratte. Se ampliamo la nostra ricerca invece che rifiutare le nuove suggestioni scopriremo nuovi metodi per arricchire la libertà della nostra esperienza creativa.
Anche una forma d’arte apparentemente tradizionale, il realismo, può essere creativo: nella scelta del soggetto e nel renderlo così come è visto e percepito da te come individuo.
Il fatto che il modello esista o meno nella realtà non è significativo. Si può dipingere un’impressione in termini generali o si può dipingere con grande fedeltà ai dettagli, e in entrambi i casi ottenere un fine opera d’arte creativa.
Il soggetto non è l’immagine, è il modo in cui è resa che ne fa omeno un’opera d’arte. L’arte astratta e l’arte realistica sono semplicemente due diverse forme di approccio, e nessuno può dire che un approccio sia migliore dell’altro.
L’arte avrà sempre le sue tendenze, in base alla cultura del momento. Ma il pendolo della creatività non è mai fermo, perché nessuna persona può vedere con gli stessi occhi o con la stessa ragione, con lo stesso cervello; perché non esistono due cervelli con la stessa ricettività, le stesse motivazioni o che sia influenzato dall’ambiente esattamente allo stesso modo.

The Gulf Stream by Winslow Homer, METROPOLITAN MUSEUM, NEW YORK. Il realismo può essere creativo, nella selezione del soggetto e nel renderlo
Si può dipingere un’impressione in termini generali o si può dipingere con grande fedeltà nei dettagli e in entrambi i casi ottenere un lavoro creativo di qualità
In realtà, non ci sono due persone che, partendo da zero, possano arrivare a dipingere immagini identiche.
Oggi c’è una forte tendenza verso l’espressione spontanea e creativa, poca considerazione per la formazione classica. La spinta creativa è più forte della volontà di studiare e acquisire conoscenze, come hanno fatto i maestri in passato.
Vediamo dipinti di autori che hanno poche o nessuna conoscenza accademica, donne e uomini che si sforzano di dipingere ciò che sentono piuttosto che ciò che vedono. Non possiamo negare loro il diritto di esprimersi in questo modo, perché è del tutto possibile che qualcosa di bello si possa ottenere lavorando da un punto di vista emotivo.
La mancanza di un elemento può essere più che compensata da un altro, perché, come tutti sanno, ci sono molti dipinti accademici e sapientemente dipinti che esprimono ben poca emozione e falliscono del tutto come opere d’arte creativa. Essi possono essere banali e carenti di spirito e originalità.
E’ vero, però, che per un astrattista senza formazione classica è più difficile ottenere risultati validi rispetto a un pittore realista esperto. È come pensare di costruire una casa senza alcuna conoscenza di carpenteria. C’è il rischio di essere fraintesi, e la mancanza di conoscenze tecniche è estremamente difficile da nascondere per lungo tempo.
Per quanto ne so, la formazione di base di un pittore astrattista dovrebbe essere ben radicata nei fondamenti della tecnica tanto quanto quella di un pittore realista.
Lo si può verificare semplicemente considerando il caso di Picasso e di molti altri artisti moderni.
Si può passare all’astratto, se lo si desidera, con la speranza di cogliere l’unità e l’organizzazione, e in definitiva la bellezza, che dovrebbe essere parte di qualsiasi vera opera d’arte.
Non è possibile – o saggio – che un pittore decida all’inizio della sua carriera quale tipo di pittura vuole fare. La decisione dovrebbe essere presa in un secondo momento, quando è qualificato dalla conoscenza e dalla formazione per scegliere la sua strada.
Uno stile è di solito il risultato di ciò che un pittore guadagna in esperienza e destrezza. Quindi non dovrebbe essere impaziente, ma lasciare che il suo lavoro evolva naturalmente, secondo le sue capacità e i suoi gusti.
Nel vedere le mostre nelle gallerie oggi, dobbiamo capire che molte tele sono appese senza la più rosea aspettativa di essere mai vendute.
Molte sono esposte al solo scopo di educare il pubblico a nuovi concetti nell’arte. A questo punto non possiamo dire quanto successo avrà questo programma di educazione, o anche se è giustificato.
Ma se si tiene presente che molte delle opere di artisti moderni sono più esperimenti che rappresentazioni di un ideale, il nostro atteggiamento verso molta arte moderna forse sarebbe più indulgente.
Le tele che resisteranno alla prova del tempo saranno solo quelle con una bellezza intrinseca, quelle che si distinguono per i loro meriti e che possono essere apprezzate senza spiegazioni letterarie di alto livello da parte del recensore d’avanguardia. Certamente si può e si deve insegnare alle persone ad accettare nuovi concetti, ma nell’analisi finale la bellezza non può essere valutata razionalmente.
Il consiglio più solido che può essere dato a qualsiasi giovane pittore è innanzitutto quello di imparare bene il suo mestiere, di cercare costantemente la bellezza e nuovi modi per esprimerla, e, in relazione alle convinzioni interiori, di lasciare che il suo stile individuale evolva senza essere ostacolato da qualsiasi preconcetto su come dovrebbe dipingere o su ciò che la critica è in grado di dire al riguardo.
I “perché” della bellezza
Se vi ho convinti, come spero, che la bellezza è e sarà sempre la fonte dell’arte, ora possiamo rivolgere la nostra attenzione ai “perché” della bellezza.
Nessuno può dare una definizione completa di ciò che la bellezza è, ma si possono individuare alcuni elementi che si combinano per manifestarla.
Riconoscere questi elementi e imparare come possono servirci aumenterà notevolmente le nostre prospettive di successo come pittori.
Gli elementi della bellezza sono così ben integrati che spesso è molto difficile separarli per analizzarli. Nel discutere un principio o un elemento può essere necessario abbracciarne un altro o anche più altri contemporaneamente. Ci conviene tuttavia, tentare di esaminarli separatamente.
Di base se ne possono individuare dodici:
- Unità.
L'”unicità” che riunisce tutte le qualità pittoriche in un’unica o intera espressione; l’organizzazione del design, del colore, della linea, dei valori, delle texture, e in un’espressione combinata e totale. - Singolarità o chiarezza.
La subordinazione di ogni materiale e dettaglio irrilevante per il pensiero principale; la riduzione del soggetto ai fondamenti del progetto.
forma e modello. - Design.
Il rapporto globale tra aree, forma e colore. Il design fa l’immagine. - Proporzione.
Relazione armoniosa tra ciascun soggetto e ciascuna parte dell’immagine.
La distorsione è l’opposto della proporzione, anche se una certa distorsione può essere legittima, quando un’idea o un’emozione potrebbe avere bisogno di maggiore enfasi. - Colore.
Questo è uno degli elementi più forti della bellezza, e nell’usarlo l’artista non può limitarsi a farsi guidare da gusti o antipatie. Deve capire il rapporto tra colore e valori, così come i principi di base per miscelare e produrre colori [o effetti realistici e armoniosi]. - Ritmo.
Anche se questo è spesso sottovalutato o frainteso. È una qualità che contribuisce notevolmente alla bellezza di un dipinto. C’è ritmo in tutta la vita animata e inanimata, dalle forme più piccole ai cicli dell’universo. Senza di essa la forma è statica e senza vita. La ripetizione di colori simili o di linee o forme di dimensioni crescenti o decrescenti creerà ritmo in un dipinto così come in natura. Per esempio c’è ritmo nelle linee ripetute degli alberi con i loro rami e foglie, o nelle linee del dorso di una zebra, o nei petali o nei segni di un flusso. - Forma.
La struttura della forma rispetto all’insieme è un principio fondamentale dell’arte.
Tutto è forma o spazio (solido o vuoto) e nessuno dei due può esistere senza l’altro. Si dice che un dipinto abbia “forma” quando le forme degli oggetti in esso contenuti sono ben delineate, ben composte e in giusto contrasto con gli spazi aperti, come un albero contro il cielo. - Struttura.
La resa delle trame superficiali. C’è una superficie caratteristica per tutte le forme, e questo è importante quanto la sua struttura. Non possiamo raggiungere la vera bellezza dipingendo tutte le forme con lo stesso tipo di superficie, come se tutte le cose fossero fatte dello stesso materiale, che è proprio quello che accade troppo spesso in una pittura altrimenti buona. - Valori.
I valori e il colore sono inseparabilmente dipendenti l’uno dall’altro. Né può essere vero o bello da solo. Il corretto rapporto di valori crea gli effetti
di luce e contribuisce all’unità dell’immagine. Rapporti errati possono fare più di ogni altra cosa per distruggere la bellezza. - Qualità della luce.
Un elemento di primaria importanza. La qualità della luce in un dipinto si fonde con la luce reale che cade sull’immagine e diventa parte di essa. Ci sono molti tipi di luce –indoor, luce solare esterna, luce diffusa, luce riflessa. La fonte di luce deve essere correlata alla modellazione della forma, al tipo e alla brillantezza del colore e alla struttura. Senza una vera comprensione della luce un quadro può diventare un mero piano di pittura e di tela. - Scelta del soggetto.
Questo offre all’artista la possibilità di esercitare il suo più grande gusto individuale. Le fonti illimitate di vita e natura sono le sue da attingere e da esse egli può selezionare, progettare e produrre un esempio concentrato del proprio apprezzamento per la bellezza. - Tecnica.
Il mezzo di espressione piuttosto che l’espressione stessa. La tecnica comprende la comprensione della superficie e della struttura, la conoscenza del mezzo e delle sue numerose caratteristiche, è la resa personale con cui vengono riuniti tutti gli altri elementi.
Questa anteprima del contenuto dei prossimi capitoli dovrebbe metterci su un terreno comune.
Voglio sottolineare quanto sia importante che ogni artista, sia esso professionista o amatoriale, riconosca ciò che nel suo lavoro fa la differenza.
Ribadisco che non esiste un’unica forma d’arte, né una formula unica per produrla. Ma quando scopriamo gli elementi che si combinano per creare bellezza, possiamo cercare di analizzarli e applicarli per creare bellezza nei nostri dipinti.
La bellezza non è una proprietà speciale dell’artista.
La bellezza è forse altrettanto evidente per gli altri, che possono non avere la conoscenza e la capacità di ricrearla. Il ritmo e la grazia di un animale sono altrettanto evidenti per l’amante degli animali che per l’artista. La differenza nell’artista è che esso cerca di capire cosa rende il ritmo e la grazia in termini di linea e proporzione, in modo che le sue rappresentazioni appaiano vere e e convincenti.
L’artista farà bene a dirigere i suoi sforzi verso il piacere dello spettatore piuttosto che verso la critica, perché lo spettatore è l’acquirente finale, e presumo che la maggior parte degli artisti sia interessata a vendere il proprio lavoro. Mentre i mercanti d’arte hanno lavorato molto sullo sfruttamento economico, e i valori monetari dei dipinti sono stati spesso spinti a livelli astronomici.
Nella maggior parte dei casi, gli artisti stessi non hanno mai vissuto abbastanza per ricevere questi vantaggi. Oggi la buona arte può creare un buon mercato, sia in campo commerciale che nel campo delle “belle arti”.
Un abbozzo leggero può spesso sembrare più vivo e reale di immagini dipinte in estremo dettaglio.
Stiamo lavorando alla traduzione del primo capitolo del libro “l’Occhio dell’Artista” presto lo pubblicheremo, se vuoi essere aggiornato sui prossimi capitoli iscriviti alla mailing list
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