Lucia Vallifuoco, come nascono le illustrazioni sul Clan?
È un progetto nato per caso. Per pasticcio. Per gioco.
E tale è rimasto. Nel senso che il risultato è divertente ma sospeso.
Se fossi un critico mi direi che dietro a questi disegni c’è un percorso preciso ma la dinamica della creatività, secondo me, non è così diretta come si vorrebbe.
Io pasticcio in continuazione. Con la matita, con la penna, col pennello. Spesso è un gesto automatico, che scatta quando mi trovo davanti una superficie qualunque, con uno strumento qualunque che lasci una traccia.
In quel periodo stavo studiando le linee di forza e la resa del senso di movimento e mentre disegnavo a memoria un profilo di donna con la penna biro – un classico ritratto statico – ho cercato di inserire al suo interno dei segni ed elementi che rompessero la staticità insita in questo tipo di ritratto.
Quindi ho iniziato a inserire dei segni e dei tratti veloci e dinamici per romperne lo schema. I capelli volavano verso sinistra arrotolandosi su se stessi, il colletto dell’abito sfrecciava anche lui verso sinistra mentre le piume andavano verso destra. Poi ho voluto dare una cornice al ritratto e anche lì ho cercato di rendere un senso di apertura lasciandola incompleta, a sfumare.
Il bozzetto a quel punto si presentava come un disegno gestuale a penna, pieno di segni leggeri sovrapposti e confusi, nessuna definizione e nessun chiaroscuro.
Mi è sembrato giusto lavorare per definire meglio la figura, inserendo un chiaroscuro progressivo che mascherasse tutti i segni inutili.
Questo tipo di lavoro richiede precisione e tranquillità ed è per me piacevolmente lento e meditativo, me ne occupo per lo più di mattina, appena sveglia, dopo la colazione, un po’ per volta.
Giocando col chiaroscuro ho iniziato ad arricchire l’immagine inserendo le trecce tra i capelli, curando la ricchezza dei tessuti, la piuma, i gioielli, più come sfida tecnica che in base ad un’idea precisa. Da un colletto tutto grigio puoi ottenere un broccato, da una macchia della penna un orecchino, da un segno impossibile da coprire, una parte di colletto che si arrotola verso l’alto. Un gioco un po’ tecnico e un po’ creativo, mi sono divertita.
Quando l’ho terminato il risultato mi è piaciuto.
Quella donna mi piaceva, aveva un’aria autorevole e gotica, sembrava uscire dalla cornice verso destra. E allora mi son detta: perchè non fare anche il compagno?
Da quel momento il gioco è cambiato. Quello che prima era disegno gestuale e istintivo e poi esercizio tecnico è diventato un lavoro progettuale.
Gli elementi caratterizzanti che hanno generato il primo disegno: le linee di movimento, la cornice, l’abbigliamento ricco, sono diventati elementi fondamentali per realizzare i disegni successivi.
Una variante di genere nata casualmente: le femmine guardano verso destra, gli uomini verso sinistra, così da poter essere esposti affiancati spalla contro spalla o come a guardarsi.
“A posteriori mi piace molto che le donne guardino verso destra, mentre gli uomini guardano verso sinistra. Dico che le prime guardano verso un cambiamento, gli altri verso la conservazione.”
Dopo la prima coppia, moglie e marito, è venuto naturale aggiungere gli altri componenti del clan: figlia, figlio, nonno, nonna, cagnolina e cane di famiglia e, per finire, governante e maggiordomo.
Quando sono arrivata al decimo disegno mi sono resa conto che questa parità (5 donne e 5 uomini), questa simmetria stabile tra i generi, mi risultava stretta.
Quindi è arrivata la pecora nera della famiglia.
Da un punto di vista creativo questo ultimo disegno è quello che preferisco: un personaggio spettinato con i capelli senza trecce e svolazzanti, che ti guarda di sbieco ed è chiaramente intenzionato ad allontanarsi dalla cornice e a rompere gli schemi!
È solo quando sono arrivata all’undicesimo disegno che ho deciso di chiamare il progetto Il Clan.
Gli amici che hanno visto i disegni mi hanno dato interpretazioni e suggerimenti stimolanti: alcuni offesi per la mancanza dei gatti, altri hanno proposto di creare un gioco di ruolo con le carte.
Al momento il progetto è ancora aperto. Mentre lavoravo a questi interminabili chiaroscuri sempre più definiti la mente immaginava una casa piena di cunicoli e passaggi segreti, giocava con i ruoli dei personaggi.
Chi comandava in questa famiglia?
Ho una storia in testa che preme per essere raccontata. Inizierò dalla descrizione dei personaggi e dall’albero genealogico. E sicuramente aggiungerò i gatti.











Voglio condividere, sperando vi divertano, gli appunti sconclusionati che ho preso dopo aver fatto i disegni:
Il clan delle piume di struzzo?
Casato,
lignaggio,
Clan della piuma,
famiglia/stirpe della piuma,
progenie,
struzzo (Struthio camelus)
ostrich engl.
plume pennacchio
In mostra anche una cornice vuota che contiene uno specchio: chiunque si rispecchi diventerà parte della storia. Si catapulta nel tempo? vede attraverso lo specchio?
Ostrich plume Clan
La madre
Il padre
Il figlio
La figlia
la pecora nera
Il nonno
La nonna
la governante
il maggiordomo
il cane di famiglia
la cagna di famiglia
il gatto di famiglia (da fare)
la gatta di famiglia (da fare)
Il contesto:
la casa
il paese
lo stato
il tempo
la società:
usi e costumi
altri personaggi (il poliziotto, i servi, gli amici, i re e nobili)
La storia:
contesto medioevale-magico, salto nel tempo. Ritrovamento in una soffitta di una vecchia magione dei ritratti degli antenati. Il personaggio principale trova in soffitta uno scrigno che è impossibile aprire ed un avviso che questa scatola potrà essere aperta solo dal leggittimo discendente. La scatola mostra vari tentativi di forzatura senza risultato. è impossibile sollevarla o spostarla, così come risulta impossibile demolire la casa e tutto il terreno in cui sorge. A nulla sono valsi i tentativi di demolizione. La casa demolita risorge entro la mattina dopo. Rimasta a sorvegliare per tutta la notte il terreno vuoto la protagonista si addormenta suo malgrado e al suo risveglio la casa si trova ancora lì. dove sorgeva originariamente. Chi è la protagonista? Giovane o vecchia? Perchè si trova lì? La fine del tempo? Salvare la famiglia? Modificare il presente?
Strani fenomeni nella vita di tutti i giorni
camminare per strada e il marciapiede sparisce? inciampi
ritmo innato
capacità di dipingere in stato di trance paesaggi mai visti se non nei sogni
possessione consapevole
vantaggi insperati e dispetti
rapporto particolare con un certo tipo di cane che parla
infanzia in orfanotrofio molto felice, come se si avesse la sensazione di essere scampati ad un pericolo imminente. Una lettera che cambia la mia vita
Non so se questo gioco mi porterà a qualcosa di definito ma intanto mi sto veramente divertendo.
Così funziona la mia testa.
http://www.luciavallifuoco.it/
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