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Incontriamo Samanta Leone

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Chi è Samanta Leone?

Una persona appassionata di disegno e fotografia, che nella vita ha sempre fatto di tutto pur di lavorare a stretto contatto nel campo dell arte. Prediligo la ritrattistica e lo stile realistico, soprattutto lavorando con il bianco e nero, ma ultimamente mi sono avvicinata al colore e da autodidatta sto imparando a dipingere a olio.

Che mestiere fai?

Sono una tatuatrice, e il genere che tratto è realistico in bianco e nero

Da dove vieni?

Sono nata a Roma, ma all’età di 25 anni mi sono trasferita ad Asti dove vivo attualmente.

Come, quando e perché è iniziato il tuo amore per l’arte?

Da piccola, avevo tre o quattro anni mi alzavo al mattino molto presto e chiedevo ai miei se potevo andare a disegnare. Direi che la mia passione per l’arte ce l’ho avuta subito. In famiglia ho diversi zii pittori, probabilmente è nel nostro dna :)

Quando è cominciata quest’avventura?

Il mio percorso è stato abbastanza tortuoso.

Dopo il diploma di Grafico Pubblicitario, ho continuato gli studi specializzandomi nel campo del fumetto di genere Dark.

Per circa 10 anni mi sono dedicata completamente al mondo dell’editoria, pubblicando fumetti miei in autoproduzione, il più famoso “Il cimitero dei bambini Addormentati” mi ha dato molte soddisfazioni.

Ogni anno ero al Lucca Comics con il mio stand insieme al mio socio sceneggiatore a vendere e soprattutto disegnare davanti al pubblico, centinaia di sketch al giorno.

Contemporaneamente in quegli anni lavoravo anche come copertinista per alcune case editrici, e grafica pubblicitaria.

Sempre a cavallo con quel periodo intrapresi anche una breve avventura durata tre anni nel campo dei giocattoli: disegnavo peluche e realizzavo le scatole ed espositori dei giochi per bambini per una nota azienda astigiana.

Nel 2013 ho definitivamente chiuso con editoria e fumetti ed ho affrontato un nuovo percorso artistico, quello del tatuaggio. Un mondo bellissimo, in cui ho la possibilità di lavorare sempre a idee nuove, rendendo felici persone che decidono di portare per sempre con se, sulla pelle, anche un pezzetto di me stessa.

Cosa hai studiato e dove?

ho fatto la scuola di grafico pubblicitario e scuola del fumetto a Roma

Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte e a seguire studi artistici?

La mia grande passione per il disegno, non ho altri motivi

Come studente, qual è stata la lezione più importante che hai imparato?

Sono nata in una famiglia con diversi zii pittori, e ce ne era uno in particolare che adoravo: dipingeva dei ritratti a olio impressionanti e io volevo diventare come lui.

Non lo vedevo sempre perché non abitavamo vicino, ma quelle poche volte che ci veniva a trovare io cercavo sempre di prepararmi dei disegni da mostrargli per avere un suo parere. Avevo 10 anni e disegnai la classica mela con la pera a matita in bianco e nero, arrivò mio zio, gli mostrai il mio disegno e lui mi disse: molto bene Samanta, ora dammi la gomma da cancellare … gli diedi la gomma e cominciò a cancellare tutta la linea di contorno dei due soggetti, poi mi guardò e disse “ricordati sempre che nella realtà la linea di contorno non esiste” magicamente il mio disegno cambió completamente aspetto. Direi che da lì mi si è aperto poi un mondo.

Tornassi indietro avrei scelto liceo artistico, difatti nella scuola di grafica pubblicitaria purtroppo di arte se ne faceva ben poca.

Come artista, cosa vuoi condividere con il mondo?

Semplicemente la mia passione per l’arte

Secondo te, da dove viene l’ispirazione?

Dipende cosa provoca forti emozioni in te stesso. Ad esempio io adoro pazzamente le nuvole, e quando guido, ascolto la musica e guardo un cielo pieno di nuvole, si crea x me un mix perfetto x l’ispirazione

Qual è l’elemento iniziale che innesca il processo creativo? E cosa ritieni sia più importante? Il concetto, l’idea espressa, o il risultato estetico e percettivo dell’opera?

Difficile da dire. Perché non sempre l’idea iniziale coincide con il quadro finito. Durante il processo creativo l’idea è in continua evoluzione, l’importante per me è non porsi paletti (a patto che non ci siano delle direttive x qualche motivo), bisogna fare scorrere nelle vene il proprio estro creativo. Se si disegna con il cuore in mano si corre meno il rischio di concepire opere banali.

Quale fase dell’arte / creazione ti colpisce di più?

Se ci penso bene la parte che mi esalta di più è quella centrale quando il disegno comincia a prendere veramente forma.

Perché pittura ad olio? Cosa rende speciale questo mezzo per te?

In realtà l’olio come il pastello, la china, il carboncino, sono tutti mezzi speciali per raccontare qualcosa al mondo.

E perché il tatuaggio?

Sinceramente non avrei mai immaginato di fare la tatuatrice nella vita, avevo tutt’altro in mente, ma poi …

È difficile lavorare rimanendo in contatto l’arte, è un mestiere difficile ma dopo vari tentativi e fallimenti, ho trovato credo un lavoro che rispecchiava quello che più desideravo: disegnare.

Quando sono andata alla mia prima convention di tatuaggi a Milano, è stato amore a prima vista: opere d’arte vere e proprie su tele umane attiravano il mio sguardo dovunque mi giravo.

Una esplosione di colori, stili e generi così diversi, tutti in una volta sola non l’avevo mai vista in vita mia.

Rimasi sbalordita! Fino ad allora per me un tatuaggio non era che un disegnino su pelle, Ma se hai la possibilità di visitare una convention di livello, entreresti in contatto con una realtà piena di veri artisti.

Volevo assolutamente fare parte anche io di quel mondo. Così è cominciata la mia avventura. Sono oramai sei anni che tatuo, e mi sono specializzata nel campo del realismo in bianco e nero.

È difficile discorrere d’arte senza parlare di sé. Quanto c’è della tua storia, dei tuoi ricordi, della tua vita intima, nelle opere che realizzi?

In ogni opera che faccio c’è tanto di me, è la cosa che mi riesce meglio.

Qual è l’importanza di trasmettere la conoscenza artistica alle nuove generazioni?

Mio figlio ha due anni, e mi piacerebbe che l’arte facesse parte della sua vita, per se stesso, perché fare arte, essere creativi è una cura che da benessere. E aggiungo che ti fa diventare una persona semplice, ed è bello esserlo.

Secondo te qual è la funzione sociale dell’Arte?

L’arte è un mezzo di comunicazione come la scrittura, solo che è molto più diretta e arriva più velocemente a tutti, quindi è socialmente un mezzo importante per dire qualsiasi cosa. Usatela bene!

Cosa dicono le tue opere? Quali messaggi vogliono comunicare?

Non ci sono messaggi in particolare che voglio trasmettere, disegno e dipingo quello che più mi affascina, e quando ricevo complimenti so di aver emozionato qualcuno, e questo mi rende felice.

Quale messaggio personale vorresti lasciarci?

Ti ringrazio Alessandro per questa intervista, mi fa piacere condividere la mia storia con chi è curioso di leggerla, magari potrei fornire uno spunto di riflessione e magari una spinta per continuare a inseguire i propri sogni.

Grazie Samanta

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