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Filippo De Luca: scultore

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Chi è Filippo De Luca?

Sono uno scultore, nel senso piu tradizionale del termine, con attenzione alle tecnologie contemporanee.

Che mestiere fai?

Mi occupo di relazioni con gallerie per attività espositiva ed insegno.

Da dove vieni?
Sono italiano, ma mi muovo nella comunità europea.
Come, quando e perché è iniziato il tuo amore per l’arte?
Ho iniziato ad interessarmi all’arte a circa tre anni, modellando e lavorando a progetti come autodidatta.
Quando è cominciata quest’avventura nell’arte?
Ho iniziato come assistente all’edificio: “Pastificio  Cerere ” di San Lorenzo a Roma,lavorando per gli artisti Nunzio e Gianni Dessì per un periodo complessivo di circa due anni e mezzo. Poi ho iniziato la carriera personale.
Cosa hai studiato e dove?
Ho studiato all’università di Roma “La Sapienza”  quattro anni architettura , due anni biologia ed un anno storia dell’arte. Ho conseguito un diploma di orafo alla regione Lazio.
Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte e a seguire studi artistici?
La passione.
Come studente, qual è stata la lezione più importante che hai imparato?

Ho sempre avuto la sensazione che il mio mondo si autoassolvesse in se stesso ed a se stesso bastasse, ma non è sempre così.

Come artista, cosa vuoi condividere con il mondo?
Niente, voglio solo esprimere quello che il mio istinto mi impone di fare; in genere poi quando questo ha un contenuto condivisibile, si diffonde da solo per affinità.
Secondo te, da dove viene l’ispirazione?
Non è un atteggiamento fortuito od occasionale: è – per me – una condizione di concentrazione continuativa e spontanea che si approfondisce con l’attività lavorativa quotidiana quantitativa e qualitativa; le cose importanti emergono e sprofondano con i loro tempi propri, che però possono diventare più intercettabili se si lavora tanto con molta dedizione .
Qual è l’elemento iniziale che innesca il processo creativo? E cosa ritieni sia più importante? Il concetto, l’idea espressa, o il risultato estetico e percettivo dell’opera?

Il lavoro creativo è connesso ad un malessere iniziale o a delle visioni che poi attraverso il lavoro si chiarificano e prendeno armonia, attenzione.

Il lavoro artistico propriamente detto non prevede una scissione tra la vita personale e quella lavorativa propriamente detta; tutta l’energia che si utilizza nei drammi personali, crisi esistenziali etc si canalizza e si risolve nello sforzo della realizzazione dell’opera artistica  nel suo culmine.

In genere un lavoro compiuto con molta onestà produce risultati oggettivi e quindi umanamente condivisibili con un vero e proprio trasporto emotivo e mentale.

Si deve sapere che in realtà le forme-contenuto  sono già presenti ed attraverso il lavoro negli anni si capisce come sono fatte e si cerca di tirarle fuori. Sono opere mie, fatte da me, ma hanno una realtà indipendente da me; è paradossale ma è così, mi dicono loro come devono essere fatte e io divento cosciente quando riesco a tradurne una fase oppure un pezzo.

Perché hai scelto un arte visuale?
beh … è venuta un pò da sola.
Cosa si prova a manipolare la materia per creare un’opera plastica?

Un senso di piacere e di salute fisica molto congeniale alla propria natura.

Secondo te qual è la funzione sociale dell’Arte?
La funzione dell’arte, come diceva Platone, é di fungere da Demiurgo prima individuale e poi collettivo per la canalizzazione di tutte le tensioni verso la realizzazione della natura umana.
Quale messaggio personale vorresti lasciarci?
Che la realtà è dietro alle cose e non si vede subito:quella vera ha dei parametri raggiungibili da tutti e che è avulsa da una conduzione di vita troppo personale e chiusa.
Grazie Filippo

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