Bisogna che te lo dica: tutte queste chiacchiere sulla “Ispirazione” mi sembrano una caccia alle chimere. Se ci pensi, le menti considerate più “creative” della storia moderna, i protagonisti del Rinascimento, non si ponevano proprio problemi di ispirazione e creatività.
La creatività è un concetto piuttosto recente. Il primo a usare la parola “creare” parlando di produzione artistica è stato un certo George Puttenham nel 1589, nel manuale “The Arte of English Poesie”. Prima di allora, il concetto di creatività individuale non esisteva.
Questo insistere in modo ossessivo su “espressione individuale” e “originalità”, è una mania relativamente recente.
Non è sorprendente la fretta con cui questo mito della creatività si è imposto nella cultura contemporanea?
Forse è il caso di fare qualche laica riflessione su cosa veramente rappresenta questa idea della creatività e della sua ipotetica fonte. Forse bisognerebbe ragionare sulla effettiva utilità della cosiddetta “Ispirazione Creativa” o se invece essa non abbia rappresentato un ostacolo allo sviluppo dell’attività artistica.
Gran parte delle idee che abbiamo sulla creatività, idee che spesso accettiamo supinamente, senza che ci assalga il minimo dubbio, ci arrivano dal movimento romantico, dall’idea dell’artista come creatore solitario, tormentato e ispirato, posseduto dall’influsso diretto delle muse.
La curiosa idea che alcuni di noi nascano con un “dono” che permette l’espressione artistica, sembra essere più diffusa nelle arti visive di quanto lo sia in altre arti o nelle scienze, credo sia legata strettamente all’idea che il Movimento Romantico si faceva dell’artista.
La mia esperienza personale non riflette affatto questa ipotesi. Dall’età di quindici anni guadagno il mio pane grazie al disegno, alla pittura e alle più svariate applicazioni di queste discipline e se c’è una cosa che ho imparato nel corso della mia vita studiando disegno e pittura, è che la cosa più importante, senza dubbio, è una pratica regolare anche se l’approdo sarà un’opera informale o di uno dei tanti filoni dell’arte contemporanea, anzi, tanto più se si tratta di una ricerca di tipo avanzato.
So che come notizia non è molto sconvolgente. Ma posso testimoniare come sia la pratica regolare, la routine, la causa della maggior parte delle idee più creative che ho avuto su cosa disegnare, come disegnare, e che direzione dovesse prendere la mia ricerca. Ho imparato che la creatività è un processo, non un evento che cade dal cielo.
Più disegni più impari, più “creativo” diventi. La vera creatività non è il risultato di una illuminazione repentina e inaspettata, deriva dalla intuizione che si fa strada in noi come risultato di una pratica studio e impegno profondi e continuativi.
Può anche essere che una mela cadendo da un albero abbia ispirato a Newton la comprensione della natura della gravità, ma questa ispirazione creativa è stata preceduta da una ventina di anni di lavoro e studio costante su quel problema. Se non avesse fatto quel lavoro, non avrebbe avuto alcuna intuizione.
Fare pratica in modo regolare – soprattutto sui fondamenti – è l’unico modo sicuro per aumentare la creatività. Mi rendo conto che in questi tempi in cui tutto deve essere veloce, facile e ottenuto subito e senza sforzo la mia affermazione risulta un po’ controintuitivo. Ma fino ad ora nessuno ha trovato una via diversa per sviluppare le proprie qualità in pittura, che non sia basata sulla pratica regolare del disegno.
Quindi molla il computer e vai a disegnare.
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