Sono sicuro che ti stai facendo la stessa domanda che mi sono posto io, quando mi sono imbattuto per la prima volta nella parola GESTALT: e che vuol dire?
Beh è una parola tedesca che sta per percezione dell’insieme, un settore della psicologia che studia come noi scimmie intelligenti (?!) organizziamo le informazioni che riceviamo dai nostri sensi.
La cosa intrigante è che, guardando le opere dei grandi pittori del passato, puoi accorgerti che quei furbastri, senza saper nulla di psicologia, già sfruttavano nelle loro opere gli stessi principi che poi gli psicologi della Teoria della Gestalt hanno pensato bene di codificare nei loro teoremi (tanto per complicare ben bene le cose e rendere astrusi concetti semplicissimi).
Gli antichi maestri, sapevano ottenere quel senso di unità, fusione ed armonia che tanto ci piacciono nelle loro opere. E lo sapevano fare da un bel pezzo! Lo facevano almeno dal 1400!
Essi sapevano molto bene che la buona organizzazione di tutti gli aspetti di una pittura è uno dei fattori più importanti per il successo e la capacità di comunicare di un’opera d’arte.
Per esempio, istintivamente già conoscevano e usavano, in modo empirico una delle più importanti regole che influenzano il modo in cui noi percepiamo la realtà: la “Legge della Continuità”.
Ne vogliamo parlare?
La legge della Continuità
La nostra mente è pigra e appena può, raggruppa gli elementi di un campo visivo e li collega in percorsi lineari.
Sfortunatamente, nessuno dei principi della Gestalt, viene insegnato nella maggior parte delle scuole d’arte, nemmeno internet ci aiuta molto, limitandosi a fornire principi elementari, annacquati o falsi, come la regola dei terzi o il richiamo ossessivo e nella maggior parte dei casi sbagliato, alla sezione aurea.
I migliori esempi di uso della Legge della Continuità, ci tocca scovarli con la nostra sensibilità, nei dipinti della maggior parte dei maestri del passato. Opere che – grazie alla loro organizzazione – ci colpiscono allo stomaco con emozioni potenti.
Spesso considerando una composizione, una inquadratura o cercando lo scorcio giusto, mi rendo conto che, istintivamente, cerco questi percorsi lineari, queste linee implicite.
Un istinto allenato, sviluppato in anni di prove, errori e scoperte, è sicuramente un’ottima cosa, ma se una scuola mi avesse offerto un quadro di orientamento su questi principi, avrei risparmiato tempo e fatica!
Comprendi la pigrizia della mente e usala a tuo vantaggio!
Ho già detto che la mente umana è pigra, semplifica gli stimoli visivi cercando il percorso di minor resistenza.
Quando capisci questo concetto e lo usi, scopri il potere di controllare e dirigere il modo in cui gli altri percepiscono il tuo lavoro.
Se sai usare nei tuoi progetti i principi della psicologia della Gestalt, puoi creare unità e movimento, creare illusioni o tensione visiva.
Vuoi creare qualcosa di visivamente piacevole? Qualcosa di straordinario? Certo puoi affidarti al tuo “istinto di pancia”, ma non preferiresti avere il pieno controllo?
Come usare le linee implicite in pittura (ma anche in fotografia)
I fotografi bravi sono furbi, hanno studiato molto bene le opere dei grandi pittori del passato e nei loro scatti migliori le usano con attenzione. Infatti è sul sito di un fotografo: Ipoxstudios, che ho trovato diversi articoli riguardo alla composizione e all’uso della legge di continuità e diverse immagini esplicative, che vi riporto qui di seguito con le relative spiegazioni.
Vediamo questo primo esempio di William-Adolphe Bouguereau , chiamato “The Nymphaeum”. Non trovi che ci sia un gran senso di movimento ma anche un senso di unità tra i soggetti? Come si fa ad ottenere risultati del genere? Non sembra proprio che la regola dei terzi o la sezione aurea possano aiutare.
Bouguereau ha usato nella composizione delle linee implicite che collegano i vari elementi secondo la Legge della Continuità, per suggerire movimento e unità in questo capolavoro.
Nota come le linee si muovono fluidamente per collegare gli elementi della composizione in un tutt’uno armonico. Ci troviamo di fronte a un maestro che controlla perfettamente la sua composizione!
Edgar Degas in quest’opera, ha usato la Legge di Continuità in altro modo: costruendo la sua composizione su una serie di potenti linee radianti.
Tutti gli elementi sono disegnati in modo da dirigere un movimento verso la mano del modello: il manico della spazzola, il piede, la parte superiore della brocca d’acqua, il braccio di scorcio e quello steso, le dita.
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Progettare usando la Legge di Continuità è come fare un gioco di prestigio
Se tieni conto della Legge di Continuità impostando le tue immagini, devi stare attento a dissimularla, proprio come un prestigiatore. Come un baro che tiene i tuoi assi nascosti nella manica, le linee implicite per essere veramente efficaci non devono essere evidenti: se il gioco è troppo scoperto non vale.
Bisogna che il tuo “trucco” non sia evidente e ovvio ma sottilmente dissimulato, proprio come facevano i maestri.
In questo capolavoro, di Sir Lawrence Alma Tadema, Le linee implicite di continuità non sono certo evidenti, i loro percorsi sono ben dissimulati dai diversi contrasti, colori ed elementi. È così che lavoravano i grandi maestri.
Se decidiamo di scoprire il gioco, vedremo che la composizione sta usando abilmente la Legge della Continuità per creare movimento, unità e rapporto tra le due donne.
Se cominci a guardare con questo nuovo sguardo le opere dei grandi pittori, anche di quelli contemporanei, dei fotografi affermati degli autori di fumetti o degli illustratori, ma anche guardare la realtà che ti circonda da questo punto di vista, ti farà seriamente vedere le cose in modo diverso … per sempre.
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